venerdì 29 maggio 2009
Don Abbondio

In un primo momento, dunque, il punto di vista della descrizione è incentrato nella descrizione di don Abbondio offertaci attraverso i gesti compiuti da quest'ultimo.
"... Diceva tranquillamente il suo uffizio, e talvolta, tra un salmo e l'altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l'indice della mano destra, e, messa poi questa nell'altra dietro la schiena, proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano inciampo nel sentiero..."
Attraverso la lettura di questo periodo è facilmente intuibile come il curato amasse condurre una vita tranquilla e spensierata e soprattutto, prestando attenzione all'ultima preposizione, si nota, nel gesto dello scansare i ciottoli che intralciavano il suo cammino come egli, nella vita di tutti i giorni, scansasse allo stesso modo gli ostacoli che avessero intralciato la sua tranquillità.
E' evidente, inoltre, come egli fosse una persona monotona e ripetitiva, particolare offerto dall'utilizzo diespressioni come " era solito" o avverbi come oziosmente e tranquillamente, che non mancavano di essere presenti nel testo.
In un secondo momento, tuttavia, l'attenzione della descrizione si sposta su quella che è "l'azione" di don Abbondio durante l'incontro cn i bravi. Il curato, spaventato dalle intimidazioni dei due malviventi reagisce sottomettendosi alle loro richieste " con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente".
A questo punto il narratore ci descrive direttamente la figura di don Abbondio "... don Abbondio non era nato con un cuor di leone... il nostro don Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d'esser, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro...".
Il narratore ci descrive ulteriormente il curato attraverso quest'ultima litote da cui si evince come il narratore partecipi a quella che è la condizione di don Abbondio.
La descrizione, assume così, via via, le caratteristiche di una rassegna sommaria. In questo modo, Manzoni, spiega prima le ragioni che hanno indetto don Abbondio a diventare parroco; ossia, ricevere protezione e l'indispensabile per vivere. Poi ci parla del curato come una neutralità disarmata in tutte le guerre. Quest'ultimo, infatti, nel momento in cui non poteva scansare gli ostacoli dal suo percorso, gli affrontava schierandosi dalla parte dei più forti, nonostante, magari, avessero torto. E lo faceva per non avere problemi, per non rischiare la pelle, nonostante si dimostrasse alquanto egoista e poco attento ai doveri di parroco.
L'ultima parte della descrizione, infine, si svolge in casa di don Abbondio durante il discorso con perpetua, discorso svolto in termini abbastanza informali nel quale si nota come don Abbondio fosse legato a perpetua.
giovedì 28 maggio 2009
Descrizione del paesaggio iniziale

“ Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti….” Il romanzo si apre con questa celebre frase grazie alla quale è facilmente intuibile la posizione dell’autore rispetto al paesaggio che si ritrova a descrivere. Scorgendo, infatti, uno dei due rami del lago che volge verso sud, è evidente come il Manzoni si trovi in una posizione piuttosto alta rispetto al paesaggio sottostante. Così come dirà del ramo del lago volto verso sud, in un secondo momento parlerà della riva del lago come coperta di ghiaia e ciottoli, evidenziando così la sua progressiva discesa fantastica. La descrizione prosegue con un alternarsi di posizione, come a voler mostrare il continuo susseguirsi di vicende che si intrecciano come un complicato labirinto. Altro elemento di rilevante importanza è la notevole lunghezza dei periodi. Quest’ultima, se da un lato rappresenta una caratteristica stilistica dell’autore, dall’altro, pur lasciando la mente del lettore un po’ a perdersi nei pensieri dell’autore, è il simbolo di un ambiente tranquillo, dove ogni cosa è in ordine, dove la vita scorre tranquilla. Questo, tuttavia, può apparire come una sorta di antitesi in confronto a quello che sarà il reale svolgimento dei fatti; un’interessante scelta narrativa che in qualche modo, provocando questo effetto sorpresa, suscita maggiormente la curiosità del lettore. Il paesaggio, dunque, non rimane un elemento inerte alla realtà, bensì ne diventa parte integrante rivelandone molto di quegli aspetti che spesso si evincono attraverso i semplici discorsi dei personaggi, facendosi carico dei sentimenti dell’animo umano.
Il Romanticismo

Il termine romantico deriva dall'espressione " narrazione in lungua romanza", indicante i racconti di avventure cavalleresche. In seguito il termine "romanzo" passò a indicae semplicementte una narrazione estesa e avventurosa.
Già negli ultimi decenni del Settecento si era sviluppato in Germania il movimento dello Sturm und Drang ( tempesta ed impeto), al quale avevano aderito numerosi scrittori.
Il romanticismo fu caratterizzato da una decisa opposizione all'esaltazione della ragione illuminista, e dall'affermazione della necessità di sostituire al rigore della mente la libertà dello spirito e l'effusione de sentimenti.
Fu rivalutata l'importanza del passato e della storia: in particolare venne riscoperto il Medioevo, che non fu più considerato come un'epoca di barbaria, ma come il periodo storico in cui erano stati seminati i principi della civiltà moderna e cristiana.
Il Romanticismo si diffuse rapidamente in tutto il Vechio Continente assumendo nei vari paesi modalità particolari, sia in relazione alle caratteristiche etniche e tradizionali, sia delle condizioni storiche, politiche e culturali.
In Italia il movimento romantico è caratterizzato da un'impegno politico e civile che , si propone di portare l'Italia al livello dei paesi europei più progrediti. Bisognava quindi realizzare una cultura moderna, non più rivolta ad un pubblico esclusivo, ma a una cerchia più vasta; Diffondere una lingua che sia semplice e vicina al parlato; ed infine produrre una cultura in grado di diffondere idee e conoscenze.